Francesco Lojacono

Francesco Paolo Lojacono nacque a Palermo il 26 maggio 1838 (in un’altra fonte ho trovato 1941) da Luigi Lojacono, un pittore di storia, e da Vincenza Di Cristina.

Fu proprio dal padre che ebbe i primi rudimenti della sua formazione che poi fu continuata dal suo padrino di battesimo, Salvatore Lo Forte, tra il 1852 ed il 1854.

Già dai primi lavori si intravede la sua predilezione per il genere paesaggistico, tanto che nel 1856 uno dei suoi quadri, Paesaggio grande d’invenzione, ebbe la medaglia d’oro alla mostra di Belle Arti di Palermo. Grazie a questo riconoscimento ebbe anche il pagamento di un pensionato a Napoli dove frequentò la scuola di Francesco Palizzi (o forse di Nicola Palizzi, non è certo)

Restò a Napoli per 4 anni dedicandosi in particolare al paesaggio e subendo le influenze della scuola di Posillipo.

Nel 1859 Francesco Paolo Lojacono ritornò a Palermo.

Nel 1860, assieme al padre, al fratello Salvatore e ad altri artisti, si aggregò ai garibaldini che avevano espugnato Palermo; imbarcatosi a Parco, il 20 Luglio del 1860 fu ferito nella battaglia di Milazzo contro i Borbonici. Guarito, non abbandonò la sua avventura garibaldina, anzi fu tra coloro che combatterono sul Volturno e partecipò al tentativo di liberazione di Roma. Fu però catturato ed imprigionato il 29 Agosto del 1862.

Restò imprigionato per poco tempo, quindi fu liberato e si recò ad Agrigento dove si stabilì.

Ad Agrigento incontrò i Fratelli Sinatra che diventarono i suoi più grandi estimatori, tanto che acquistarono e collezionarono numerose sue opere, attualmente conservate presso la Galleria Civica di Agrigento.

Durante la sua avventura garibaldina Francesco Paolo Lojacono non cessò comunque di svolgere la sua attività di pittore con una predilezione per il verismo, tanto che espose numerose vedute e studi dal vero all’Esposizione italiana agraria, industriale e artistica del 1861 a Firenze.

Dal 1863 si dedicò esclusivamente alla pittura e partecipò con grande successo alle esposizioni nazionali e all’estero, tanto da essere considerato il migliore pittore siciliano dell’epoca

Espose a Napoli, Firenze, Palermo, Torino e Genova sono alcune delle città dove espose con enorme successo, ma uguale successo ebbe all’estero, dove andarono parecchie sue tele.

La fama di Lojacono varcò anche i confini italiani e molte sue opere furono notate e ben recensionate all’estero.

Suoi quaadri famosi per perfezione e stile sono Vento di montagna, dipinto nel 1872, la quiete, esposto a Parigi nel 1873, lo studio d’albero, esposto a Bordeaux.

Nel 1875 realizzò la grande tela Veduta di Palermo.

Ne 1876 realizzò Un giorno di caldo in Sicilia!

Nel 1878 fu scelto come “membro della Giunta speciale di belle arti” per l’Esposizione universale di Parigi ed espose la tela Una villa nella Conca d’Oro

Il 21 febbraio 1878 divenne “professore onorario di paesaggio” all’Accademia di belle arti di Napoli. Durante il suo 2° soggiorno napoletano dipinse Pescatori di ostriche, Presso il Vesuvio, Ai Bagnoli verso Pozzuoli, la riva di Posillipo.

All’Esposizione nazionale di Roma del 1883 partecipò con presso il Vesuvio con Gli ulivi saraceni e con L’arrivo inatteso (campagna siciliana); quest’ultimo poi fu acquistatato dalla Regina Margherita

Henri d’Orléans duca d’Aumale, nel marzo 1885 gli commissionò La benedizione degli armenti, detta anche La benedizione del bestiame a Mondello, conservata attualmente presso il Musée Condé di Chantilly.

Tranne che nel 1899, tra il 1895 e il 1909, partecipò alla Biennale di Venezia.

Dal 1896 al 1914 Lojacono ricoprì la carica di professore di “pittura di paesaggio e di marine” all’Accademia di belle arti di Palermo formando alcuni dei pittori più capaci dell’epoca tra cui M. Mirabella ed Ettore De Maria Bergler.

E’ del 1910 il dipinto Sulle rive dell’Anapo, presso Siracusa con il quale tentò di partecipare alla Biennale di Venezia del 1910, ma la tela arrivò in ritardo.

Francesco Lojacono morì a Palermo il 26 febbraio del 1915.

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