Onofrio Gabrielli

Onofrio Gabrielli Nacque a Gesso in provincia di Messina il 2 aprile del 1619.

La famiglia di Onofrio Gabrielli era composta dal padre Giovanni Maria, medico e giurista, dalla madre Francesca Sardo, casalinga, e da altri 5 fratelli.

Da giovane venne avviato agli studi umanistici e giuridici, ma presto si dedicò alla pittura frequentando la scuola di Antonino Barbalonga Alberti che a sua volta aveva subito le influenze del Dominichino

Le fonti indicano la sua presenza, in successione, in Calabria a Sant’Eufemio prima del 1940, e poi a Napoli e quindi a Roma dove frequentò la bottega di Pietro da Cortona.

E’ a Roma che iniziò la sua carriera di pittore grazie alla commessa di una “Madonna della Lettera” da parte di Benedetto Salvago.

Nel 1941 si recò a Venezia; in quegli anni la sua presenza è documentata nel Veneto e soprattutto a Padova dove fu maestro di pittura dei figli del Conte Antonio Maria Borromeo.

Nel 1950, o forse nel ’51, rientrò a Messina dove ebbe un grande successo sia come pittore che come ingegnere, tanto che scrisse un trattato sul progetto di deviazione dei torrenti Boccetta e Portalegni: “Breve discorso sopra il vero modo d’ovviare al danno notabilissimo, che riceve il meraviglioso porto della nobilissima ed esemplare città di Messina dal torrente della Bozzetta

Le sue capacità come ingegnere furono nuovamente valorizzate in occasione della rivolta di Messina contro la Spagna del 1674-78 quando partecipò al riadattamento delle fortificazioni della città.

La vittoria degli spagnoli lo costrinse alla fuga in Francia; dopo un breve soggiorno nel paese transalpino rientrò in Italia “peregrinando” in divese città del nord.

Nel 1701, grazie all’indulto concesso da Carlo V, rientrò a Messina proseguendo la suo opera di pittore.

Morì nel suo paese natio, Gesso, il 26 settembre 1706 .

Di Onofrio Gabrielli restano numerose tele, in particolare nel messinese, ma anche a Randazzo, a Siracusa e a Padova. Non poche sono le tele di cui si ha testimonianza da parte dei biografi dell’epoca ma ormai andate perse o distrutte, alcune in occasione dei terremoti di messina del 1783 e 1908.

Di Onofrio Gabrielli esiste anche un’opera a Siracusa, e precisamente il quadro “Madonna della Lettera” presso la chiesa del Monastero di Santa Maria (visibile in QUESTA pagina)





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