Tempio di Apollo

Il tempio di Apollo (Apollónion) è situato all’interno dell’isola di Ortigia a Siracusa, proprio accanto alla piazza Pancali e da lì è ampiamente visibile in quanto il selciato stradale è alcuni metri più in alto della base del tempio.

E’ il tempio dorico più antico della Sicilia e probabilmente di tutto l’occidente greco; la sua origine è databile all’inizio del VI secolo a.C. e da allora però ha subito diverse trasformazioni essendo diventato, nel tempo, chiesa bizantina, e di essa rimane come traccia la scalinata frontale e una porta mediana, e poi moschea islamica, e di essa resta un’iscrizione in arabo sulla parete superstite, forse parte del mihrab.

Ma la sua storia continua con la sovrapposizione della chiesa normanna del Salvatore, a sua volta poi inglobata nel 1500 in una caserma spagnola e in edifici privati.

All’epoca erano visibili solo pochi elementi architettonici, molti dei quali “quasi di proprietà privata” in quanto visibili solo accedendo agli edifici.

Intorno al 1860 il tempio di Apollo venne “riscoperto” all’interno della caserma e successivamente, nei primi anni del ‘900, venne liberato dalle sovrapposizioni edilizie che l’avevano coperto e venne reso visibile, praticamento come può essere visto allo stato attuale.


DESCRIZIONE DEL TEMPIO DI APOLLO (fonte: Wikipedia)

Il tempio di Apollo misura allo stilobate 55,36 x 21.47 metri, con una disposizione di 6 x 17 colonne di proporzione piuttosto tozza. Rappresenta forse il primo esempio, nell’occidente greco, del momento di passaggio tra il tempio a struttura lignea e quello completamente lapideo, con fronte esastilo ed un colonnato continuo lungo il perimetro che circonda il pronao e la cella divisa in tre navate con due colonnati interni, più snelli, posti a sostegno di una copertura a struttura lignea di difficile ricostruzione. Sul retro della cella si trovava un vano chiuso (adyton) tipico dei templi sicelioti.

L’impresa di costruire un edificio con 46 colonne monolitiche, trasportate probabilmente via mare, dovette sembrare eccezionale agli stessi costruttori, vista l’insolita presenza sull’ultimo gradino del lato E (all’opposto di dove il tempio si mostra) di un’iscrizione dedicata ad Apollo in cui il committente (o l’architetto), celebra l’impresa edificatoria, con un’enfasi che tradisce il carattere pionieristico della costruzione.[L’altra particolarità è che nessun tempio greco riporta firme o dediche, divenendo tale iscrizione un unicum nella sua tipologia:

«Kleomede fece per Apollo (il tempio), il figlio di Knidieidas, e alzò i colonnati, opere belle.»

I resti permettono di ricostruire l’aspetto originario del tempio che appartiene al periodo protodorico e presenta incertezze costruttive e stilistiche come l’eccessiva vicinanza delle colonne poste sui lati, le variazioni dell’intercolumnio, l’indifferenza alla corrispondenza tra triglifi e colonne ed aspetti arcaici come la forma planimetrica molto allungata. L’architrave risulta insolitamente alto, anche se alleggerito posteriormente formando una sezione a L.

Non mancano aspetti assolutamente sperimentali come l’importanza dedicata al fronte orientale con doppio colonnato ed intercolumnio centrale più ampio e più in generale la ricerca più di un’enfasi rappresentativa che di un’armonia proporzionale.[6] La pionieristica costruzione fu un modello per l’affermarsi del tempio dorico periptero in Sicilia rappresentando una sorta di prototipo locale che affiancava aspetti legati a modelli della madrepatria con altri peculiari che si affermeranno solo in Magna Grecia come la presenza dell’adyton, probabile sede dell’immagine sacra e centro compositivo dell’intera costruzione.


Il materiale costruttivo è costituito da blocchi di arenaria.

Circa la sua edificazione, particolare importanza sembra avere una iscrizione in caratteri alfabetici corinzi, presente sui gradini del lato meridionale del tempio, il suo lato principale, che venne scoperta nel 1864 e che, tradotta, suonerebbe approssimativamente così: “Kleomenes (o Kleomedes), figlio di Knidieidas, fece ad Apollo ed Epikles  i colonnati, opere belle“. Secondo questa interpretazione quindi Kleomenes di Cnido avrebbe progettato il Tempio di Apollo e diretto i lavori e il suo aiutante Epikles si sarebbe occupato di costruire alcune parti specifiche.

Secondo un’altra interpretazione però (Margherita Guarducci) la traduzione sarebbe: “Kleomenes fece ad Apollo (il tempio), il figlio di Knidieidas, e suscitò i colonnati, opere belle.”. Non voglio entrare nel merito delle interpretazioni filologiche, ma questa traduzione indicherebbe Kleomenes come “committente” e contemporaneamente “architetto” del Tempio.

Presso il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa sono conservati alcuni ulteriori elementi architettonici provenienti dal Tempio di Apollo, quindi terracotte, frammenti di tegole ed acroteri.

 


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