Antonino Bova

Antonino Bova, di origini umili, nacque nel 1641 a Messina e ivi morì il 15 ottobre del 1701.
Sembra che il padre, un umile “murifabbro”, volesse indirizzarlo verso il sacerdozio, ma egli per diletto studiò disegno e pittura nelle botteghe del Quagliata e del Suppa.
Poiché fu accusato di avere ucciso con un colpo di archibugio un rivale, dovette fuggire rifugiandosi prima nella chiesa di San Francesco d’Assisi, poi in quella di Santa Maria Maddalena dei monaci Cassinesi, dove indossò l’abito talare e rimase fino alla morte.
Antonino Bova, nonostante le disavventure, visse sempre nella sua città natale e fu ardente studioso delle opere dei grandi maestri, acquisendo uno stile personale al contempo classicista ma con istanze controriformate.
Produsse soprattutto affreschi che per lo più purtroppo sono andati perduti dopo i terremoti del 1783 e del 1908.

Famosi, ma purtroppo andati totalmente perduti, sono i 10 quadroni della navata centrale del Duomo di Messina che dipinse nel 1682 su commissione dell’Arcivescovo Giuseppe Cicala Statella con cui veniva esaltata l’opera di protezione della Vergine Maria nei confronti di Messina.

Tra i dipinti di Antonino Bova presenti nella sua città natale, Messina, si ricordano:

  • “il martirio di San Placido e la morte di San Benedetto” nella chiesa di Santa Maria Maddalena,
  • “San Giovanni Evangelista” nella Cappella del Palazzo Reale,
  • “La Vergine tra i Santi Benedetto e Bernardo” nella chiesa del Monastero di Sant’Anna,
  • “La Vergine Addolorata e San Giovanni” oggi nel Museo Regionale di Messina,
  • “San Gregorio e Sant’Andrea Avellino” distrutto nel terremoto del 1908,

Alcuni dipinti si trovano fuori da Messina in quanto inviati dallo stesso pittore:

La sua sepoltura si trova Nella sede della Congregazione degli Schiavi di Santa Maria nel Duomo di Messina.

Bibliografia:

“Memorie de’ pittori messinesi”  Gaetano Grano, Philipp Hackert (1792)

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