Vincenzo Riolo

Pittore, Vincenzo Riolo nacque a Palermo nel 1772 e ivi morì di colera nel 1837.

In giovanissima età fu allievo dei pittori Antonio Manno e Francesco Sozzi a Palermo, quindi, a vent’anni si recò a Roma dove frequentò la scuola di Giovan Battista Wicar, accanto a pittori del calibro del Camuccini e del Benvenuti. In questo periodo studiò intensamente la pittura dei grandi maestri del ‘500 e del ‘600 che poi in futuro ispirerà gran parte della sua produzione artistica.

In questo periodo fu amico di Vincenzo Monti del quale realizzò un ritratto.

Nel 1799 visse a Napoli, quindi fece ritorno a Palermo nel 1800.

Vincenzo Riolo sposò la figlia Anna del pittore Velasco e lo sostituì, alla sua morte nel 1828, come insegnante all’Accademia del nudo.

Nella sua città fu unanimamente considerato un innovatore; secondo M. Accascina egli era un “creatore della grande forma del colorito, della composizione, della macchia pittorica...”

Artista versatile, riuscì nelle sue opere a fondere elementi neoclassici e suggestioni romantiche, anche se da alcune critiche è considerato freddo ed incolore.

Decorò a fresco i palazzi Tasca, Gangi, la Real Casina della Favorita, la chiesa dell’Olivella, la reggia di Ficuzza.

Opere particolarmente note del Riolo sono:

  • L’Ascensione, custodito a Petralia Soprana nella chiesa Santa Maria di Loreto;
  • Re Ruggero, nella galleria del Palazzo Reale e, sempre nello stesso palazzo, alcuni affreschi nella sala dell’udienza e nella terza cappella a destra della chiesa di Sant’Ignazio Martire;
  • un affresco che rappresenta La Pietà che conduce i trovatelli ai piè della Religione, visibile nel frontone dell’Istituto dei Trovatelli.
  • affreschi a chiaroscuro nella Villa Belmonte alla Noce;

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